INTERVISTA A RAYMOND BENSON
SPECIALE 007 A MILANO
Sabato primo novembre 2008, mentre si festeggia il centenario di Ian Fleming, ideatore e creatore della saga dedicata alla spia più famosa della storia, accorriamo all’Admiral Hotel a Milano in via Domodossola 16 - che scopriamo essere anche la sede di uno dei più attivi fan club di James Bond - e in compagnia di Andrea Carlo Cappi, editore, scrittore nonché traduttore di tutti i romanzi di James Bond dello scrittore Raymond Benson, intervistiamo l’autore di 007 più conosciuto e amato al mondo dopo Fleming. Nella serata dedicata all’autore texano Raymond Benson, scopriamo anche le sue grandi doti musicali che esplodono in una carrellata di colonne sonore di film, molte delle quali di Ennio Morricone, eseguite al pianoforte dell’hotel in un’atmosfera bondiana che si respira fra il Bond-caffè, le locandine cinematografiche, i modellini Aston Martin e la stanza segreta piena zeppa di icone e oggetti da far invidia ad ogni buon “bondologo”: pregustando l’immancabile Martini “agitato, non mescolato”, curiosiamo nel mondo di Benson...
Quali sono le sue passioni oltre 007? So che suona benissimo il piano e che è un grande appassionato di cinema ... e si è occupato anche di videogames ...
Dal 1985 al 1996 ero designer progettista di videogames e contemporaneamente scrittore ed autore. Ero appassionato fin da ragazzo ai giochi; alla fine degli anni ‘70 era uscito Dungeons & Dragons come gioco da tavolo e all’epoca c’era anche un gioco di ruolo di James Bond. All’inizio erano soltanto giochi testuali: si aveva sullo schermo un test, bisognava risolvere degli enigmi e procedere in base a quello che usciva sullo schermo: il primo lavoro che feci in questo senso fu un adattamento sotto forma di gioco del romanzo breve di Stephen King intitolato The Mist da cui è stato recentemente tratto un film.
Quando e come è nata la sua passione per James Bond?
Erano i primi mesi del 1965, avevo nove anni e mio padre mi portò a vedere Missione Goldfinger al cinema; all’epoca i film di James Bond erano quello che in seguito sarebbero stati i film di Guerre Stellari: film di grande successo, blockbuster.
Quando ha preso fra le mani la nuova serie di James Bond, ridandogli nuova vita, quali sono state le difficoltà per riproporla in chiave moderna?
Quando sono entrato nel mondo di James Bond come autore sono stato il successore di John Gardner: non si trattava tanto di trovare nuovi lettori e fans, anche se questo aveva ovviamente la sua importanza, quanto di conquistare e convincere i fans che c’erano già. I vecchi fans che erano quelli più difficili da convincere: dovevano abituarsi a un nuovo nome, a una nuova firma, quindi erano loro il principale obiettivo, quei fans più tradizionali e tradizionalisti. Quando ho iniziato a lavorare, la direttiva che ho ricevuto è stata proprio questa: miscelare gli elementi del cinema di James Bond di quegli anni, i film di Pierce Brosnan, con gli elementi letterari del Bond di un tempo; questo era il gioco, per convincere tanto i fans già esistenti quanto i nuovi fans che arrivavano in quel momento alla serie, unendo sia elementi letterari sia elementi della serie cinematografica in modo da compiacere tutti quanti e, soprattutto, non deludere nessuno.
Il primo romanzo Conto Alla Rovescia è ambientato a Hong Kong. Vi si è recato per poter scrivere il libro?
Nel 1996 ho fatto un lavoro di ricerca su Hong Kong per il primo romanzo e ci sono rimasto per una settimana, ma non solo ad Hong Kong: sono stato anche a Macao e nel sud della Cina a Canton.
Perché Raymond Benson si trova in Italia?
Ho avuto la fortuna di essere stato invitato al Piemonte Noir, festival di narrativa mystery e noir, in occasione del centenario di Ian Fleming: hanno deciso di invitarmi e ne sono felice, è il mio terzo viaggio in Italia. Ho ufficialmente cessato di scrivere i romanzi di 007 nel 2002, però negli Stati Uniti ad ottobre è uscita una raccolta di miei romanzi sull’agente segreto, quindi in realtà si continua ad essere autori di James Bond anche quando si è convinti di aver smesso.
Lei è l’autore ufficiale di 007, ma non solo: cos’altro c’è da sapere su Raymond Benson oltre James Bond? Lei è anche un autore noir in proprio…
Ho scritto tre romanzi indipendenti l’uno dall’altro, ognuno dei quali ha per protagonista una donna; all’epoca non me ne ero reso conto ma Andrea Carlo Cappi, il traduttore di tutti i miei romanzi in Italia, a posteriori si è accorto che tutti e tre avevano una donna come personaggio principale, e in effetti uniti costituivano simbolicamente una sorta di trilogia. Il primo, pubblicato da Alacrán Edizioni, è stato Prima del buio, seguito da Le ore del male e poi Sweetie.
Quest’anno in America è uscito il primo volume di una serie che arriverà in Italia l’anno prossimo, sempre da Alacrán Edizioni, basata sul mondo del rock ’n’ roll... più sesso & droga oviamente: il primo episodio si chiama A Hard Day’s Death come A Hard Day’s Night, la canzone dei Beatles ma con la parola morte anziché notte nel titolo; il secondo si chiama Dark Side Of The Morgue invece di Dark Side of the Moon, canzone dei Pink Floyd, e questi titoli riflettono il fatto che i romanzi contengono una certa dose di umorismo, ironia, suspence ... e naturalmente tanto rock ’n’ roll!
Anche oggi in un certo senso ho ancora un piede nel mondo dei videogames perché ho scritto due romanzi, l’inizio di una serie per Tom Clancy, Splinter Cell, basata su un videogioco ideato da Clancy, e recentemente ho scritto un altro romanzo sempre basato su un videogioco che si chiama Metal Gear Solid.
Uno scrittore di avventure è costretto a girare per tutto il mondo per visitare e conoscere i luoghi delle ambientazioni delle sue storie?
Per i romanzi di James Bond andavo a visitare tutte le location in cui poi si sarebbe svolta la storia; adesso cerco di ambientare le nuove storie in luoghi che già conosco in modo di risparmiare sui costi di viaggio!
Quando aveva sei anni aveva un sogno di nome James Bond e lo ha realizzato, cosa consiglierebbe a un giovane d’oggi per perseguire i propri?
Ho sempre cercato di fare quello che mi piaceva fare, anche se dovevo lavorare di giorno per potermi dedicare solo la sera, la notte e nei weekend ai lavori che mi appassionavano. E in questo modo ho fatto il regista teatrale, l’autore teatrale, il progettista di computer games, lo scrittore, il musicista e penso che se si ha sufficiente passione e un pò di fortuna si riesce sempre: credo che il destino te lo costruisci da solo!
Un saluto alla James Bond per i lettori di G.A.Z Magazine:
James Bond non dice mai “ciao”, perché sta nell’ombra, nell’anonimato e nell’invisibilità fino a quando non incontra una bella donna, a quel punto di certo le offrirà un drink, per poi invitarla a cena per potersi insinuare nella sua vita!
( intervista di Liz )